Perchè Six Memos

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Il nome del nostro gruppo di ricerca è ispirato direttamente dal titolo del ciclo delle sei lezioni “americane” che Italo Calvino avrebbe dovuto tenere ad Harvard “SIX MEMOS FOR THE NEXT MILLENNIUM”, in cui l’autore descrisse le sei qualità  letterarie da tenere bene a mente per affrontare il nuovo millennio. Morì prima di scrivere l’ultima.

Queste sei qualità ci sono risultate sin da subito valide non solo per la letteratura e abbiamo così scelto di averle sempre ben presente durante le nostre ricerche e sperimentazioni.

SIX MEMOS FOR THE NEXT MILLENNIUM

  • Leggerezza – “Spero innanzitutto di avere dimostrato che esiste una leggerezza della pensosità, così come tutti sappiamo che esiste una leggerezza della frivolezza; anzi la leggerezza pensosa può far apparire la frivolezza come pesante e opaca.” “La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso. Paul Valéry ha detto: Il faut etre léger comme l’oiseau, et non comme la plume.”
  • Rapidità – “La rapidità dello stile e del pensiero vuol dire soprattutto agilità, mobilità, disinvoltura; tutte qualità che s’accordano con una scrittura pronta alle divagazioni, a saltare da un argomento all’altro, a perdere il filo cento volte e a ritrovarlo dopo cento giravolte.
  • Esattezza – vuol dire per me soprattutto tre cose:un disegno dell’opera ben definito e ben calcolato; l’evocazione d’immagini visuali nitide, incisive, memorabili; in italiano abbiamo un aggettivo che non esiste in inglese, “icastico”, dal greco “eikastikós”; un linguaggio il più preciso possibile come lessico e come resa delle sfumature del pensiero e dell’immaginazione.”
  • Visibilità – “Se ho incluso la Visibilità nel mio elenco di valori da salvare è per avvertire del pericolo che stiamo correndo di perdere una facoltà umana fondamentale: il potere di mettere a fuoco visioni a occhi chiusi, di far scaturire colori e forme dall’allineamento di caratteri alfabetici neri su una pagina bianca, di pensare per immagini.”
    “Comunque, tutte le “realtà” e le “fantasie” possono prendere forma solo attraverso la scrittura, nella quale esteriorità e interiorità, mondo e io, esperienza e fantasia appaiono composte della stessa materia verbale; le visioni polimorfe degli occhi e dell’anima si trovano contenute in righe uniformi di caratteri minuscoli o maiuscoli, di punti, di virgole, di parentesi; pagine di segni allineati fitti fitti come granelli di sabbia rappresentano lo spettacolo variopinto del mondo in una superficie sempre uguale e sempre diversa, come le dune spinte dal vento del deserto.”
  • Molteplicità – “Quella che prende forma nei grandi romanzi del XX secolo è l’idea d’una enciclopedia aperta, aggettivo che certamente contraddice il sostantivo enciclopedia, nato etimologicamente dalla pretesa di esaurire la conoscenza del mondo rinchiudendola in un circolo. Oggi non è più pensabile una totalità che non sia potenziale, congetturale, plurima.”
    “Nei testi brevi come in ogni episodio dei romanzi di Gadda, ogni minimo oggetto è visto come il centro d’una rete di relazioni che lo scrittore non sa trattenersi dal seguire, moltiplicando i dettagli in modo che le sue descrizioni e divagazioni diventano infinite. Da qualsiasi punto di partenza il discorso s’allarga a comprendere orizzonti sempre più vasti, e se potesse continuare e svilupparsi in ogni direzione arriverebbe ad abbracciare l’intero universo.”
  • Consistenza – Calvino non riuscì a scrivere della consistenza … ma coerenza tra parole e contenuti coerenza tra parole e immagini, ma anche coerenza come affidabilità, serietà e responsabilità.